PROFILI PROFESSIONALI
IL PROFILO PROFESSIONALE DEL PEDAGOGISTA
Il pedagogista è un professionista ai sensi del comma 2 art.1 legge 04 del 14-01-2013, “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” al pari di tutti gli altri professionisti non regolamentati in Ordini o Collegi. Si ricorda che la potestà legislativa sulle professioni è esercitata dallo Stato (Art. 117 Costituzione) e che prima della legge 4/2013 vigeva il D.L. 23-10-2007, sul “Recepimento direttiva comunitaria sulle qualifiche professionali in attuazione dell’art. 117 della Costituzione” che già distingueva le attività professionali dalle professioni ordinistiche. 1. I laureati di cui all’ Art. precedente accedono alla professione di Pedagogista secondo le modalità previste dalla normativa vigente e possono conseguire attestato di qualità e qualificazione professionale secondo quanto stabilito dall’art. 7 della Legge n. 4 del 14 gennaio 2013 inerente le “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”. Secondo quanto stabilito al comma 4 e al comma 5 , art. 1 della suddetta Legge l’esercizio della professione è libero e la professione può essere esercitata in forma individuale, in forma associata, societaria, cooperativa o nella forma del lavoro dipendente. È stato presentato, allo scopo, un “Documento di base sul Profilo di Educatore e Pedagogista in riferimento alla legge 4/2013” a cura dei prof. Paolo Orefice e Silvana Calaprice, in collaborazione con Gruppo Siped Professioni, Segreteria Tecnico Scientifica del Gruppo, Direttivo Siped e colleghi di altre Società Pedagogiche. Il profilo del Pedagogista che da esso si evince è il seguente: 1. Definizione. Il Pedagogista è un professionista di livello apicale che svolge funzioni intellettuali con propria autonomia scientifica e propria responsabilità deontologica. La professione di pedagogista comprende l’uso di strumenti conoscitivi specifici di ordine teorico e metodologico in funzione di intervento e di valutazione pedagogica, indirizzati alla persona e ai gruppi, in vari contesti educativi e formativi, per tutto il corso della vita. Comprende altresì le attività di didattica, ricerca e sperimentazione. 2. Beneficiari. L’attività pedagogica è indirizzata ai seguenti beneficiari, sia a livello individuale che a livello collettivo, con priorità ai soggetti svantaggiati: nelle diverse fasce di età della vita umana (bambini e adolescenti, giovani, adulti, adulti della terza età), nelle aggregazioni sociali, culturali e lavorative (famiglia, gruppi sociali, gruppi culturali e multiculturali, mondo del lavoro, comunità locali a diverso sviluppo, gruppi marginalizzati, gruppi vulnerabili), nella formazione iniziale e continua nelle aree di competenza (di educatori, pedagogisti e formatori, di operatori e personale delle organizzazioni produttive e non, pubbliche e private). 3. Ambiti. Il Pedagogista opera professionalmente nei seguenti ambiti: scolastico, sociale, del welfare, ambientale, culturale, motorio, della salute, del lavoro, giudiziario, dello sviluppo delle comunità locali, della cooperazione internazionale. 4. Funzioni. Il Pedagogista si occupa di progettazione, programmazione, organizzazione, coordinamento, gestione, monitoraggio, valutazione, consulenza, supervisione e audit della qualità pedagogica dei servizi e dei sistemi pubblici e privati di educazione e formazione. Si occupa inoltre di azioni pedagogiche rivolte a singoli soggetti. 5. Attività. In riferimento ai commi precedenti, il Pedagogista, svolge le seguenti attività pedagogiche: a) progetta, realizza e valuta interventi e trattamenti educativi e formativi diretti alla persona in diversi ambiti (art. 3) e servizi (art. 6); b) effettua la ricognizione, rilevazione, analisi, interpretazione e valutazione funzionale di tipo pedagogico e collabora, per quanto di sua competenza, al lavoro delle équipe plurispecialistiche; c) progetta, programma, coordina, gestisce e valuta piani di formazione permanente. d) progetta, gestisce, coordina e valuta servizi e sistemi di formazione professionale e manageriale; e) realizza interventi di orientamento pedagogico e di life long guidance oltre che di consulenza, bilancio di competenze e inserimento lavorativo; f) coopera alla definizione delle politiche formative; g) offre consulenza per la pianificazione e gestione di servizi di rete nel territorio; h) offre consulenza per l’attuazione dei sistemi integrati per la gestione e la valorizzazione delle risorse umane e lo sviluppo di competenze; i) coordina servizi educativi e formativi territoriali. 6. Servizi. Il Pedagogista opera, anche in regime libero professionale all’interno dei seguenti servizi educativi e formativi, pubblici e privati: a) servizi educativi di accompagnamento alla crescita e all’autorealizzazione di individui e gruppi; b) servizi educativi alla prima infanzia; c) servizi educativi per la tutela, la prevenzione del disagio e la promozione del benessere per gli adolescenti; d) servizi di Consulenza Tecnica d’Ufficio in particolare nell’ambito familiare; e) servizi educativi scolastici ed extrascolastici per l’inclusione e la prevenzione del disagio in contesti socio-territoriali svantaggiati; f) servizi per anziani e servizi geriatrici; g) servizi educativi di promozione al benessere e alla salute; h) servizi di educazione formale e non formale per gli adulti; i) servizi educativi ludici, artistico/espressivi motori e del tempo libero dalla prima infanzia all’età adulta; j) servizi educativi rivolti alla tutela, prevenzione del disagio e inclusione sociale con gruppi svantaggiati e minoranze; k) servizi per la socializzazione di gruppi, comunità sociali, culturali e territoriali; l) servizi di educazione ambientale e ai beni culturali per la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio; m) servizi educativi per le tecnologie informative, comunicative, multimediali; n) servizi educativi nei contesti lavorativi e in particolare nella formazione, collocamento e inserimento lavorativo, consulenza, orientamento e bilancio di competenze; o) servizi di rieducazione e di risocializzazione volte al recupero e al reinserimento dei soggetti detenuti nella vita sociale; p) servizi educativi allo sviluppo umano locale nelle comunità territoriali e alla cooperazione internazionale; q) servizi educativi per le pari opportunità; r) servizi educativi per la genitorialità; s) servizi per l’aggiornamento e la formazione iniziale di educatori e pedagogisti. 7. Organizzazioni, sistemi e regime professionale. Le attività del Pedagogista sono svolte anche in regime libero professionale, all’interno delle seguenti organizzazioni e sistemi pubblici, privati, accreditati e non: 8. Formazione 1. Il Pedagogista viene formato nelle classi di Laurea LM/50 (Programmazione e gestione dei servizi educativi), LM/57 (Scienze dell’Educazione degli Adulti e della Formazione Continua) e LM/85 (Scienze Pedagogiche) e LM-93 (Teorie e Metodologie dell'E-learning e della Media Education ). Possono accedere alla professione del Pedagogista i laureati provenienti dai corsi di laurea quadriennali di Pedagogia ai sensi del D.M. 10.06.1998.
IL PROFILO PROFESSIONALE DELL’EDUCATORE
Con il termine “Educatore Professionale” sono indicati al momento due diversi profili professionali: quello dell’Educatore Professionale socio-pedagogico e quello dell’Educatore Professionale socio-sanitario.
L’educatore professionale socio-pedagogico trova la propria definizione all’interno della legge 205/17, comma 594 (così come il Pedagogista): “L’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nell’ambito educativo, formativo e pedagogico, in rapporto a qualsiasi attività svolta in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita in una prospettiva di crescita personale e sociale, secondo le definizioni contenute nell’articolo 2 del decreto legislativo 16 gennaio 2013, perseguendo gli obiettivi della Strategia europea deliberata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000. Le figure professionali indicate al primo periodo operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni età prioritariamente nei seguenti ambiti: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale; limitatamente agli aspetti socio-educativi; della genitorialità e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale”.
Una ulteriore specificazione delle attività dell’Educatore Professionale socio- pedagogico in ambito sanitario è stata formulata nell'articolo 33 bis del D.L. 104/20 (decreto “agosto”):
“a) individuare, promuovere e sviluppare le potenzialità cognitive, affettive, ludiche e relazionali dei soggetti, a livello individuale e collettivo, nell'ambito di progetti pedagogici elaborati in autonomia professionale o con un'equipe in prospettiva interdisciplinare e interprofessionale;
b) contribuire alle strategie pedagogiche per programmare, pianificare, realizzare, gestire, monitorare, verificare e valutare interventi educativi mirati allo sviluppo delle potenzialità di tutti i soggetti per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di sviluppo, autonomia personale e inclusione sociale;
c) progettare, organizzare, realizzare e valutare situazioni e processi educativi e formativi sia in contesti formali, pubblici e privati, sia in contesti informali, finalizzati alla promozione del benessere individuale e sociale, al supporto, all'accompagnamento e all'implementazione del progetto di vita delle persone con fragilità esistenziale, marginalità sociale e povertà materiale ed educativa, durante tutto l'arco della vita;
d) costruire relazioni educative, cura educativa, accoglienza e responsabilità; prevenire situazioni di isolamento, solitudine, stigmatizzazione e marginalizzazione educativa, soprattutto nelle aree territoriali culturalmente e socialmente deprivate.)”
L’educatore Professionale socio sanitario è definito dal DM 520/98: “ è l'operatore sociale e sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, attua specifici progetti educativi e riabilitativi, nell'ambito di un progetto terapeutico elaborato da un'equipe multidisciplinare, volti a uno sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana; cura il positivo inserimento o reinserimento psico-sociale dei soggetti in difficoltà.
2. L'educatore professionale:
a) programma, gestisce e verifica interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti in difficoltà per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di autonomia;
b) contribuisce a promuovere e organizzare strutture e risorse sociali e sanitarie, al fine di realizzare il progetto educativo integrato;
c) programma, organizza, gestisce e verifica le proprie attività professionali all'interno di servizi socio-sanitari e strutture socio-sanitarie-riabilitative e socio-educative, in modo coordinato e integrato con altre figure professionali presenti nelle strutture, con il coinvolgimento diretto dei soggetti interessati e/o delle loro famiglie, dei gruppi, della collettività;
d) opera sulle famiglie e sul contesto sociale dei pazienti, allo scopo di favorire il reinserimento nella comunità;
e) partecipa ad attività di studio, ricerca e documentazione finalizzate agli scopi sopra elencati.”
Al profilo “socio-sanitario” afferiscono tutti i precedenti diplomi delle scuole regionali; inoltre, con il comma 539 (legge 145/18) si riconosce l’equipollenza al diploma del corso di laurea nella classe L/SNT2 dei diplomi rilasciati dai corsi regionali o di formazione specifica ed iniziati tra il 1997 e il 2000 o comunque conseguiti entro il 2005; il termine è stato successivamente prorogato al 2012 dalla legge bilancio 2020, art. 1, co. 465, L. n. 160/2019.
Come si può evincere da questa breve presentazione, è estremamente difficile individuare campi d’azione precisi e distinti per i due profili: le “zone grigie”, i terreni comuni, le sovrapposizioni di competenze sono molteplici e fortemente intrecciate. L’appartenenza degli uni alle professioni non ordinistiche e la collocazione degli altri nell’Ordine delle Professioni sanitarie ci informa sulla loro definizione giuridica, ma non ci aiuta a far chiarezza su quale siano le reali differenze (se davvero ce ne sono) nell’agire professionale quotidiano.
Purtroppo, al momento la discussione sui due profili assume più la forma di una diatriba legale che non quella, decisamente più auspicabile, di un dibattito culturale.
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